Recensione di Un Respiro alla Volta di Roberto Ferrari. A cura di Stefano

a cura di Stefano (Carcere S. Anna di Modena)

Grazie del libro, e grazie a Roberto e Maria Pia per il tempo e l’impegno che stanno offrendo la Mindfulness a persone che, spesso, non sanno neppure di averne bisogno.

Temo, purtroppo, di essere la persona meno adatta a esprimere valutazioni su un libro di questo tipo.

Ho sempre avuto l’accortezza di tenermi alla larga da temi come la malattia, il dolore, la sofferenza e, in veste di orgoglioso esemplare di homo pragmaticus (e molto scetticus) ho spesso snobbato le tecniche di meditazione e le discipline che ritenevo troppo esotiche/esoteriche per i miei gusti, associandole a bizzarri individui seduti su chiodi o a pippate new age.

Non che non abbia mai maneggiato testi che affrontassero questi argomenti, ma lo avevo fatto con un recondito approccio del tipo “conosci il nemico”.

Questo per dire che in un ipotetica lista di libri da leggere, uno che si presenta come “Storie di mindfulness in oncologia”, sarebbe finito sicuramente in fondo al mucchio. Parecchio in fondo.

Poi, inspiegabilmente, è arrivato anche il suo turno e… sorpresa!

Mi son trovato fra le mani un libro dallo stile delicato che un po’ invidio e che affronta, con garbo, temi tosti.

A questo punto devo essere sincero: il libro non partiva cosi svantaggiato come ho voluto far credere. Ho avuto modo di conoscere Roberto e di apprezzarne la forte carica empatica (se non fosse un biologo avrei detto umana) che gli consente di distillare le emozioni che emergono dagli incontri e utilizzarle/guidarle/indirizzarle per far crescere, dice lui, la consapevolezza di essere un “punto di vita” che può/deve essere percorso. L’idea che mi son fatto di questo suggente “punto di vita” assomiglia di più alla (mia) consapevolezza di essere un evento, fra i tanti, nella danza di Siva che definisce il ritmo intimo dello spazio e del tempo.

Ora, dopo aver sepolto con qualche rimpianto l’homo pragmaticus, non sono sicuro di essere riuscito a cogliere appieno il senso ultimo della mindfulness, ma so che quello che per me era:

Un passo alla volta sui sentieri di montagna

un pensiero alla volta nei momenti creativi

una pedalata alla volta sulle strade di campagna

una vite alla volta sul mio banco da lavoro

una parola alla volta sulle pagine bianche

adesso non è più solo concentrazione, attenzione, cura delle interazioni, ma assume nuovi connotati in una nuvola di consapevolezza.