Il Mistero. 2013

Cosa attrae dell’inspiegabile e perché?

Non mi considero nè ateo nè agnostico. Come uomo di ragione e non di fede, so di essere immerso nel mistero che la ragione non riesce a penetrare fino in fondo, e le varie religioni interpretano in vari modi.
N. Bobbio, Ultime volontà, la Stampa 10/1/2004

Il tema

Il dizionario Treccani così definisce mistero:

mistèro (ant. o poet. mistèrio) s. m. [dal lat. mysterium, gr. mysterion); fig. tutto ciò che non si può intendere, penetrare o spiegare chiaramente, e che appunto per questo attrae o esercita un certo fascino: i m. della natura; il m. della vita; i m. dell’animo umano. Più genericam., cosa, fatto, avvenimento che sia oscuro, inspiegabile, nascosto.

La definizione fornita si avvicina a una forma di “non-significato” che l’Associazione Asia di Bologna cerca di investigare, portando iniziative e relatori d’eccezione anche nella città di Modena.

Si vuole offrire una serie di incontri che propongano un approccio non convenzionale al senso più profondo del Mistero, quell’ambito impenetrabile dalla mente oggettiva e calcolante, troppo spesso considerata unico modus interpretativo della realtà.

Il Mistero può darci opportunità per recuperare l’esperienza immediata e discreta del Sacro, troppo a lungo confinato ai soli ambienti di vocazione religiosa. Un’esperienza oggi spesso ridotta a sentimento privato, priva del valore di conoscenza riservato invece all’ambito tecnico e scientifico.

Cos’è Mistero? Come si vivono le domande che lo riguardano? Quali sono queste domande? Come si vive nell’intimo più profondo il Mistero di vita e morte, dell’inspiegabile sentire, del non-senso quotidiano che tanto ci spaventa e smarrisce? Perché il mistero al contempo ci spaventa e ci affascina? Cosa attrae dell’inspiegabile e perché?

Il ciclo di conferenze propone un approfondimento delle interpretazioni filosofiche e religiose del Mistero maturate in Oriente ed Occidente, gettando un ponte culturale tra i due diversi modi di pensare.

Lo studioso di mistica Marco Vannini si occupa da 40 anni di teologia negativa, di quelle misteriose Vie del Nulla presenti fin dall’antichità, non solo nel cristianesimo (da Isacco di Ninive a Meister Eckhart) ma anche nell’induismo (da Shankara al monaco benedettino Henri Le Saux). Sa introdurle e condividerne il fascino come pochi altri.

Mauro Bergonzi è specialista nel campo del pensiero filosofico-religioso indiano e della psicologia del misticismo. Esponente di una prospettiva radicalmente non dualista e non confessionale, esplora l’investigazione esistenziale del Mistero alle sorgenti dell’Essere, dialogando col pensiero sapienziale indiano alla luce della nostra diretta esperienza di ciò che chiamiamo ‘coscienza’ e ‘realtà’.

Il maestro Franco Bertossa, fondatore di Asia, ha come tema di ricerca e insegnamento il mistero del ritrovarsi ad esistere come centro di esperienza indubitabile e gratuito, indagato nella pratica meditativa. “Nell’esistenza ci troviamo gettati, nessuno ha scelto di esistere. Accettare l’esistenza è accettare un arbitrio e, allo stesso modo, rifiutare l’esistenza è accettare un arbitrio (infatti ci serviamo, anche in questo caso, dell’esistente atto di rifiutare). Il Buddhismo insegna la Via di Mezzo. Non è accettazione, non è rifiuto, è vacuità. Se viene, accoglilo, se va, non trattenerlo. Risvegliarsi ai significati che rendono evidente questo è, per me, il senso della vita”.

Il teologo Vito Mancuso, affermando il primato della coscienza e la necessità di un rapporto diretto con il divino (“Io e Dio” è il titolo del suo ultimo libro) introdurrà al rapporto tra ragione e mistero, tra le vie dell’intelletto e quelle del cuore nell’occidente contemporaneo. Capace di mantenere un dialogo aperto con il mondo dei laici e dei non credenti, Mancuso ha un ruolo di primo piano nella vita culturale del nostro paese.

Asia Modena è quindi lieta di invitarvi a questa settima edizione dei suoi cicli di conferenze pubbliche, certa di ricevere un utile apporto da domande, opinioni e ricerche di tutti i partecipanti.

Il mistero supremo dell’Universo,
l’unico mistero, tutto e in tutto,
è che ci sia un mistero dell’Universo,
è che ci sia l’Universo, qualcosa
è che ci sia l’esserci.
F. Pessoa, Faust

 

L’uomo è pellegrino dell’assoluto.
L’uomo è quell’essere inquieto che nulla appaga.
L’uomo è quell’essere che porta dentro di sé una domanda di senso che mai esaurisce e che continuamente lo incalza. Dopo ogni realizzazione, conquista o successo, il suo inquieto cercare lo spinge sempre oltre con un nuovo inevitabile domandare: “Perchè?”, “E poi?”.
L’uomo è quell’essere destinato a trascendere se stesso.
G. Scattolin, da Esperienze mistiche dell’Islam